lunedì 17 dicembre 2012

le situazioni lineari di gianni stefanutto

STRUTTURE IN LENTO MOVIMENTO


Io credo di percepire un mistero non familiare
Dinnanzi a tutto ciò che è considerato “del tutto naturale”.
È la sorpresa. Io rimango sempre sorpreso.
René Magritte

Ponendosi di fronte ai lavori di Gianni Stefanutto, comprendiamo subito che si sta parlando di un artista che ha una sua precisa caratterizzazione. L’opera di Stefanutto è infatti immediatamente percepibile perché si forma – e si fonda – su una precisa articolazione estetica. A tutta prima si può pensare che essa appartenga a una dimensione totalmente astratta, fortemente slegata dalla materialità. Ma ciò è inesatto, perché il lavoro di Stafanutto si sedimenta su percorsi che guardano a una dimensione assolutamente reale, nel senso che, egli agisce attraverso la sfavillante presentazione della propria poetica con moduli suggestivi e efficaci che designano un portentoso percorso nell’attualità, degno di particolare rilevanza.
È chiaro che il prodotto artistico di Stefanutto tende a oltrepassare la pura concretezza, esso appare quasi perfetto poiché il mezzo attraverso il quale è creato è il computer, strumento che ormai ogni uomo conosce. È un mezzo eccezionale, ma pur sempre legato all’utente che, in questo caso, lo adopera per creare un artefatto. Stefanutto agisce da artista/utente sulla dimensione, sullo spazio, insomma, in modo simile a un pittore che realizza i suoi quadri con elementi tradizionali, egli compone un soggetto secondo i crismi delle dimensioni che appartengono al mondo reale. A chi osserva è demandato il compito di decifrare un senso delle sue situazioni lineari. Esse, però,  non nascono con l’intento di diventare simboli o allegorie, esse colpiscono per il valore cromatico, per l’armonia delle sovrapposizioni, per una misterioso piacere che ci coglie, un piacere all’interno del quale, in fondo, individuiamo che anche questi lavori si collocano a pieno titolo in quel dibattito sull’arte che continua da secoli.
Due elementi rappresentano i cardini intorno ai quali ruota la produzione di Stefanutto: precisione e equilibrio. La precisione è un parte di una struttura acquisita con gli anni, determinata dalla peculiarità del lavoro dedicato alla grafica pubblicitaria, alla creazione di loghi che devono essere immediatamente riconoscibili e riproducibili. Dunque una base tecnica, finalizzata alla creazione di una committenza. Probabilmente in questa volontà di affermare un presupposto professionale si è fatta strada l’esigenza di raggiungere quel grado di equilibrio che gli ha permesso di cominciare a indagare i segreti della linea.
Dapprima era il fascino emanato dall’accartocciarsi della superficie bidimensionale che dava, attraverso il corretto uso delle ombre, la percezione della tridimensionalità. La sperimentazione avviene sullo schermo del computer che, con i suoi processori, era in grado di dare alla vista l’illusione tridimensionale. Quasi per gioco si è assistito a una costante evoluzione, un processo fatto di piccole variazione, adattamenti quasi biologici che hanno condotto all’apparizione di questi straordinari “attorcigliamenti”e sovrapposizioni di linee. Altre “situazioni lineari” nelle quali due differenti monocromie si accavallano e si sfiorano offrendo una precisa sensazione dinamica. Lo spazio di queste opere di Stefanutto è compresso e viene gradatamente occupato dall’affastellarsi razionale di movimenti lentissimi. L’immagine di queste opere è estroflessione pura che tende a fuoriuscire dalla sua superficie per approdare a uno spazio nuovo, a tutto tondo, per prendere forma come una scultura. Da questo nasce il costante pensiero di Stefanutto di realizzare opere nuove, simili a sculture, ma non sculture, che abbiano profondità e visibilità palpabile, senza però dover trascurare il gesto “pittorico” che è alla base del suo lavoro.

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