mercoledì 12 dicembre 2012

Mario Tassisto: tracce per una biografia

Mario Tassisto nacque a Casale il 12 dicembre 1919. Frequentò per alcuni anni l’Accademia Albertina di Torino, poi, a causa del Secondo conflitto mondiale, fu chiamato sotto le armi e dovette sospendere i suoi studi. Fu tra i pochi sopravvissuti all’eccidio di Cefalonia, e arrestato dalla Wermacht, fu internato in Germania. Nel 1946 ritornò in Italia.
È del marzo 1942 la prima segnalazione di una sua partecipazione a una esposizione pittorica. Tassistro (sic), con tre lavori, è uno dei partecipanti alla Mostra Provinciale artistica di Alessandria e viene definito uno dei più promettenti allievi del maestro Mazzoli. Un anno dopo, nel febbraio 1943, sempre nell’ambito del medesimo avvenimento, il giovane è di nuovo tra gli artisti che espongono, assieme a altri, tra i quali, Carrà, Morando e Cafassi.
Il 3 ottobre 1946 partecipa assieme a Annibale Biglione e Germino De Ambrogio a una mostra organizzata presso l’Accademia Filarmonica di Casale. Di Tassisto si dice che “partendo dagli impressionisti, giunge a una ricerca formale di derivazione italiana ed una netta personalità coloristica”. Nel gennaio 1947 espone presso la Galleria Cigala di Torino. Si tratta di Nature morte e Paesaggi del Monferrato. Tassisto ha un discreto successo, confermato altresì dalla vendita di quasi tutti i suoi lavori. Nell’aprile 1947 si iscrive al Premio Paglieri “Città di Alessandria”  e esibisce il suo lavoro alla mostra allestita presso la Pinacoteca Civica.
Nel giugno 1948 Tassisto espone alla Seconda Mostra nazionale d’Arte contemporanea che si svolge alla Pinacoteca Civica di Alessandria. L’edizione è curata da Emilio Zanzi e al pittore casalese è assegnato uno dei premi in palio. In ottobre è protagonista di una personale all’Accademia Filarmonica di Casale. Qui propone alcune opere a carattere religioso (Crocefissione e Via Crucis) segnalate per l’intensa cromia. Tra gli altri lavori vi sono due “Battaglie” e la “Chiesa degli Angioli”, un paesaggio definito grandioso. Nello stesso anno è ospitato dalla Galleria La Spiga, uno dei più prestigiosi spazi espositivi milanesi. Nel giugno 1949 partecipa a una collettiva sempre alla Filarmonica con due grandi tele: un paesaggio e un bozzetto per una Deposizione, poderosa e cromaticamente vivace.
Nel gennaio 1950 è inaugurata a Alessandria la Mostra d’arte Sacra. Fu una mostra fortemente influenzata dalle imposizioni censorie del Vescovo Gagnor, e una delle vittime della sua visione oscurantista fu proprio Mario Tassisto la cui opera fu esclusa. Il lavoro scartato, dal titolo “Sulla via del Calvario”, fu citato da Duilio Remondino come olio esteticamente valido e che avrebbe meritato ben diverso trattamento. In questi anni è segnalata la sua partecipazione a alcune mostre collettive: la Mostra del Paesaggio a Bellagio, il Premio di Pittura Città di Alessandria, la IV Mostra internazionale d’Arte contemporanea di Alessandria e la Biennale d’Arte Sacra a Novara.
Nel febbraio 1955 inaugura a Torino, al Circolo degli Artisti, una personale con una serie di acquerelli – paesaggi e Nature morte –. Relativamente a questa mostra, compare sulla Stampa dell’11 febbraio un articolo di Marziano Bernardi. Il critico esprime un sincero positivo giudizio sui 15 lavori in esposizione e sulla perizia di Tassisto nei confronti di questa tecnica, sottolineandone l’originalità e la passione con le quali conclude i soggetti rappresentati (Sera di Primavera; La Grande nube; Tramonto nel bosco; L’anguria; Mele e Carciofi).
Tra il 1957 e il 1962 Tassisto vive il momento più esaltante della sua carriera pittorica e realizza una serie di impressionanti lavori astratto/materici. In molti ritengono che questa sia la fase più significativa del pittore casalese. Nel dicembre 1960, espone alla Galleria  Pater di Milano, un gruppo di lavori informali. In precedenza, sempre con analoghe pitture, è in Germania a Aachen, Koln (per questa mostra del maggio 1959, fu pubblicata una breve riflessione di Peter Hohenr, successivamente tradotta e adoperata anche per la mostra di Milano) e Dusseldorf, quindi a Parigi e a Bruxelles. Nel 1962 è presente in una collettiva a Albissola alla Galleria Pescetto, insieme ai più gradi maestri dell’epoca. Come scrive Gabriele Serrafero, la mostra di Albissola rappresentò per Tassisto un momento di crisi che lo condusse a riflettere sugli esiti di questo suo percorso e, non senza problemi, a concluderla definitivamente per ritornare a una forma di figurativismo con tecniche e soggetti meno angoscianti. Fu dunque, quello informale, un momento di grande valore estetico, ma carico di sofferenza e di svuotamento emotivo poiché egli, totalmente avvolto dall’arte, in questa pittura, composta con estrema serietà e rigore, gettava tutto se stesso.
Nel dicembre 1963, Tassisto partecipa alla Collettiva di pittura contemporanea presso la Biblioteca civica di Casale. Nel 1964 espone in una collettiva a Asti dal titolo “Pittori del Falò”. Nel 1967, a ottobre, è con alcuni disegni al Circolo Lanza, disegni nei quali omaggia l’attività degli artisti che nei secoli precedenti agirono in Casale: è il primo nucleo della serie Casale città barocca. Nel febbraio 1968 Tassisto espone alla Galleria Il Cenacolo di Casale. Si tratta perlopiù di disegni che descrivono paesaggi cittadini, quelli che da questo momento in avanti saranno definitivamente identificati dalla serie “Casale città barocca”. Piero Ravasenga, in un articolo pubblicato sul Monferrato, pur rimarcando la bontà dell’attuale produzione, sembra ricordare con nostalgia la fase informale di Tassisto, definendola “fuga sull’Aventino pittorico”, una ribellione poetica nei confronti di un certo tipo di cultura dominante. A settembre è presente a Alessandria, alla Galleria San Giorgio, con  Maschere, Nature morte e Fiori. Sempre nel 1968 espone alla Galleria “Carlo Alberto” di Torino
Nel gennaio 1969 Tassisto tiene una personale di acquarelli alla Galleria d’Arte sant’Evasio a Casale. Nell’aprile 1969 è ospitato alla Galleria “la Giostra” di Asti. In un lungo articolo sulla Gazzetta di Asti, firmato da Silvia Taricco, viene evidenziato l’aspetto sofferto dell’arte di Tassisto, un aspetto che tende a evocare drammaticamente quelle consuetudini borghesi che non sfociano in nulla e che rimangono relegate nel chiuso di piccoli interni quotidiani. Il successo di questa mostra condurrà gli organizzatori a invitare una seconda volta, nell’aprile 1972, il pittore casalese. Tassisto espone alcuni grandi acquarelli che spiccano per le intense cromie. Poco dopo, a maggio, è segnalata una seconda mostra di acquarelli alla Galleria Sant’Evasio.
Nel dicembre 1974 è tra i partecipanti alla Rassegna di Grafica contemporanea presso la Galleria d’Arte “Acquario 3” di Casale. Nel novembre 1975 è il protagonista di una personale nella medesima galleria casalese. Espone delle Figure degli anni ’50, insieme a Nature morte e Interni degli anni ’70. In precedenza, a settembre, è ospite presso la Galleria d’arte moderna “Clio” di Alessandria.
Nel maggio 1976 Mario Tassisto tiene una personale alla Galleria Doria di Torino. Sono proposti  Nudi, Figure, Nature morte, Interni e alcuni disegni della serie Casale città barocca. Ancora una volta il giudizio è lusinghiero. Qualcuno parla di “rinascita”, di “seconda primavera”. Angelo Dragone definisce le sue tempere “dense e quasi palpabili e vanno a cercare soggetti introspettivi […] con manipolazione di getto, emotiva, addirittura inconscia di una realtà che pure è sempre presente”. Nell’ottobre 1978 si inaugura una sua personale alla Galleria Al Portale di Casale.
Mario Tassisto si spegne giovedì 25 gennaio 1979.
Nel tardo autunno del 1980 è organizzata la prima retrospettiva curata da Gabriele Serrafero. La rassegna è proposta nelle sale di Palazzo Magnocavallo e per l’occasione viene redatto un piccolo catalogo. Nel maggio 1986 è organizzata a Roma, alla Sala Capuzzi la mostra, dal titolo “Tassisto il percorso della solitudine”. La cura è affidata a Giovanna Barbero. Unanimemente la critica, in particolare Luigi Paolo Finizio, rileva l’importanza dell’attività artistica di Tassisto, individuando la peculiarità della sua pittura. A questa mostra, nello stesso anno,  segue un’esposizione di quadri presso la Galleria Costanzo di Casale. Nel marzo 1995, organizzata da Renzo Rolando, ha luogo la seconda e ultima retrospettiva di Mario Tassisto presso la Galleria Anna di Casale.

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